La Casa di Carta 3: avvincente ma poco originale

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 23 Lug 2019 ALLE 18:14 - AGGIORNATO IL 19 Agosto 2019 ALLE 14:10

Pochi giorni fa è uscita la terza stagione de La Casa di Carta. Ve ne parliamo nella nostra recensione.

NOTA: la recensione contiene spoiler. Se non l’avete ancora vista, vi consigliamo di rimandare la lettura.

Chi si è tenuto informato su questa serie negli ultimi mesi, saprà sicuramente che la terza stagione avrebbe visto il ritorno di Berlino (Andrés de Fonollosa), interpretato da Pedro Alonso. Ovviamente non si tratta di un ritorno nella banda, dato che abbiamo potuto assistere alla sua morte nella seconda stagione durante lo scontro con la polizia spagnola alla Zecca di Stato, ma di sue apparizioni sotto forma di flashback, nei quali sarà possibile scoprire di più sul suo passato con Il professore, suo fratello.

la casa di carta 3 berlino
la casa di carta 3 professore berlino

Vediamo però cosa rende questa terza stagione molto avvincente ma forse non necessaria.

La vita dopo la rapina

la casa di carta 3 isola

Le prime due stagioni de La Casa di Carta erano incentrate sulla rapina alla Zecca di Stato, con lo scopo di fabbricare milioni di euro e fuggire con il bottino. Il piano alla fine è riuscito, anche se ci sono state delle perdite nella squadra, ossia Mosca, Oslo e Berlino. L’aspetto più interessante è l’amore che nasce tra Il professore e la detective Raquel Murillo. Infatti alla fine della seconda stagione possiamo trovarli insieme mentre si godono la loro libertà in una spiaggia della Thailandia.

la casa di carta 3 professore raquel

La terza stagione si svolge due anni dopo gli avvenimenti delle precedenti. Il gruppo è ormai sciolto e ognuno si gode la bella vita con i soldi della rapina. Denver e Stoccolma si godono la gioia del loro figlio, Helsinki e Nairobi si dilettano in balli polari e feste danzanti mentre Il professore e Lisbona (Raquel) cercano di attirare l’attenzione il meno possibile.

la casa di carta 3 rio tokyo

I protagonisti di questa storia però sono la coppia Rio/Tokyo, una tra le più amate/odiate della serie. Li vediamo infatti rilassarsi tra le meravigliose spiagge di un’isola deserta, un paradiso per coloro che vogliono staccare la spina dalla vita quotidiana. Tutto sembra andare per il meglio, quando Tokyo decide di allontanarsi da Rio per trovare un po’ di energia nella vita di città. Per questo Rio consegna a Tokyo un cellulare, apparentemente irrintracciabile, con cui poter comunicare. La loro distanza non riesce a tenere a freno il loro amore, tant’è che si danno un orario nel quale sentirsi.

Purtroppo questo è solo l’inizio della fine. Infatti l’Interpol spagnola riesce in poco tempo a rintracciare la posizione di Rio, che viene così catturato dalla polizia e rinchiuso in carcere. E’ qui che inizia la nostra storia, con il Professore che riunisce nuovamente l’intera banda con l’obiettivo di riportare Rio nel gruppo.

Un incipit un po’ forzato per poter dare un continuo ad una trama che poteva benissimo finire con la seconda stagione, però tutto sommato riesce a dare dei risvolti interessanti.

Il piano di Berlino

la casa di carta 3 piano

Uno dei ritorni più attesi è sicuramente quello di Berlino, che si mostra sotto forma di flashback, nei quali possiamo vedere il grande rapporto che c’era con suo fratello Sergio (Il Professore) e con il suo amico Martìn, nuovo arrivato nella banda con il soprannome di Palermo. Durante questi tuffi nel passato, veniamo a conoscenza dell’attacco alla Banca di Spagna, che avrebbe dovuto sostituire quello alla Zecca di Stato. Berlino è l’artefice di tutto, anche se poi alla fine si è deciso di colpire la Zecca. In questa terza stagione notiamo tanti altri aspetti della figura di Berlino, tra cui quello romantico e passionale.

I nuovi arrivati

la casa di carta 3 banda

Il Professore, per poter quindi convincere la polizia a rilasciare Rio, prende le redini del piano e decide di metterlo in pratica. Questa volta troviamo ben 4 nuovi membri nella squadra dalla tuta rossa: Palermo, vecchio amico di Berlino che si convince a partecipare all’attacco, Lisbona, la detective che si è innamorata del Professore, Bogotà, esperto saldatore che aiuterà la squadra ad entrare nel caveau nel quale sono nascosti i lingotti d’oro, e Marsiglia, che svolge il ruolo di informatore per conto del Professore con lo scopo di anticipare le mosse della polizia. La resistenza è pronta nuovamente a far fronte al sistema, in un nuovo scontro ancor più impegnativo.

Il piano

Il piano segue la stessa routine di quanto già visto con la Zecca di Stato, ovvero trovare un diversivo per poter entrare all’interno, prendere in ostaggio le persone presenti e, nel frattempo, portare via tutto il denaro. Questa volta però non si tratta di banconote, ma bensì di lingotti d’oro. Dunque per rendere più semplice il trasporto all’esterno, Nairobi, Helsinki e Bogotà, con l’aiuto di quattro ostaggi, decidono di sciogliere l’oro e farne delle piccole pepite. Nonostante l’espediente narrativo ripetitivo, la serie riesce a reggersi in piedi egregiamente, con un ottimo ritmo che rende coinvolgente ogni episodio, con un crescendo di emozioni che raggiunge l’apice nel finale.

Lo scontro con la polizia si fa via via sempre più difficile, con un Professore messo sempre più alle strette e costretto sempre alla fuga mentre dirige il piano. Tra i nuovi personaggi, Palermo si è subito distinto per la sua forte personalità e capacità di comandare. A parte lui, gli altri non vengono approfonditi molto ma solamente accennati per dargli un posto all’interno della storia.

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Denver e Monica

Due dei personaggi su cui vogliamo soffermarci sono Denver e Monica. L’ex amante del direttore della zecca, Arturito, si innamora perdutamente di Denver nella seconda stagione. La loro storia da origine ad un figlio, che decidono di chiamare Cincinnati. La nascita di questo figlio da origini a complicazioni ben più grandi di quelle che possono avere due genitori normali. Il colpo alla Banca di Spagna può rappresentare un pericolo per entrambi, tant’è che Denver inizialmente desiste dal partecipare allo scontro. Poi però viene convinto dal Professore dal fatto che ognuno di loro ha commesso degli errori, per cui sembra scorretto lasciare un compagno in pericolo per colpa di un semplice, seppur letale, sbaglio.

Denver ha una personalità molto seria e forte, nonostante la sua giovane età. Il fatto di essere padre lo porta a maturare ancora di più e a metterlo di fronte a responsabilità che neanche lui si aspettava di affrontare.

Arturito, l’eroe della folla

Paragrafo a parte per Arturito, l’ex direttore della Zecca di Stato. Nei primi minuti del primo episodio vediamo come il personaggio venga elevato ad eroe dalla folla, quasi come se avesse contribuito in maniera determinante allo scontro contro la banda. In realtà sappiamo tutti come egli sia stato una semplice vittima tanto quanto gli altri ostaggi. Eppure qui viene messo in risalto dai cittadini in maniera prettamente eroica, anche se in realtà la sua vita è ormai sull’orlo del tracollo. Decide così di trovare un pretesto per cercare di riscattarsi, buttandosi nuovamente all’interno della banda, lanciandosi letteralmente nella Banca di Spagna, con il solo scopo di riconquistare la sua cara Monica, senza successo.

Boom, boom…ciao

la casa di carta 3 maschera

Il vero colpo di scena arriva nel finale, quando Nairobi viene colpita da un fucile dell’esercito ed inizia a sanguinare copiosamente. Nel frattempo all’esterno decidono di entrare prepotentemente all’interno della Banca, ma Rio e Tokyo intervengono prontamente distruggendo uno dei blindati della polizia. Si chiude qui questa terza stagione, con uno scontro lasciato a metà e colpi di scena che lasciano il pubblico con l’amaro in bocca.

In questi 8 episodi che compongono la serie abbiamo assistito ad una nuova partita a scacchi, dove sembra per il momento che ci sia una situazione di parità. Pezzo dopo pezzo, scopriremo chi delle due fazioni riuscirà a fare definitivamente scacco matto.

La quarta stagione è già stata annunciata da Netflix, come era prevedibile che fosse. Era necessaria? Secondo noi, no. Il fatto di voler continuare forzatamente con questa terza stagione è stato comunque un segno che i fan hanno apprezzato molto La Casa di Carta. Però portare avanti una trama in modo troppo scontato rischierà di rendere il tutto troppo prevedibile. La terza stagione alla fine, con il rischio di rovinare l’intera serie, è riuscita a mantenere in piedi l’azione e il coinvolgimento. Speriamo che Netflix riesca a trovare la parola fine abbastanza in fretta.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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