Corso Java #2: Hello World e struttura del codice

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 21 Mar 2019 ALLE 15:00 - AGGIORNATO IL 19 Agosto 2019 ALLE 10:54

Dopo aver trattato la configurazione di Eclipse e aver fatto un’introduzione al linguaggio Java, addentriamoci maggiormente con il primo programma, il classico Hello World, spiegando nel dettaglio la sintassi.

Hello World in Java

Al termine della prima parte abbiamo visto come iniziare a creare il nostro primo progetto in Eclipse e la nostra prima Classe. Come avrete sicuramente notato, una volta creata la classe, il software automaticamente dichiarerà la classe, con lo stesso nome che gli abbiamo fornito in fase di creazione. Esattamente in questo modo:

public class HelloWorld {

}

A questo punto all’interno di questa classe possiamo iniziare ad inserire il nostro codice. In questo caso andremo a vedere come programmare il classico Hello World. La sintassi è la seguente:

public class HelloWorld {

public static void main(String args[]){

System.out.println("Hello World!");

}

Come in C++, anche qui è necessario creare il main che conterrà le istruzioni che il programma dovrà eseguire. In questo caso abbiamo semplicemente richiesto di stampare la stringa Hello World! tramite il metodo di stampa System.out.println. E’ importante ricordare che la stringa deve essere racchiusa dalle doppie virgolette per essere considerata tale.

System.out: println, print e printf

System.out è una classe di default del linguaggio Java che si occupa della gestione degli output di uno specifico codice. Come vedremo successivamente esiste anche il System.in per gestire gli input passati dall’utente, che però va implementato in maniera differente. Parlando ora solamente dell’output, è possibile stampare i dati in tre diversi “formati”: print, println e printf. Scrivendo System.out.print stamperemo le stringhe senza andare a capo. Ad esempio se scrivessimo il codice in questo modo:

public class HelloWorld {
public static void main(String args[]) {
  System.out.print("Hello World!");
  System.out.print("Ciao JAVA");
}
}

L’output che otterremo sarà Hello World! Ciao Java. Mentre invece se usiamo System.out.println:

public class HelloWorld {
public static void main(String args[]) {
  System.out.println("Hello World!");
  System.out.println("Ciao JAVA");
}
}

Avremo la scritta Hello World! su una riga e Ciao JAVA sulla riga sotto. E’ molto facile provare direttamente con mano e verificare che sia effettivamente così.

Per quanto riguarda invece System.out.printf la situazione si fa leggermente più complessa. Infatti il metodo printf prevede che all’interno delle parentesi si debbano indicare le tipologie di dato che andremo a stampare, tramite il simbolo %, seguito dalla lettera “s” se si tratta di una stringa, “d” se è un intero, “f” per un float e “t” per un tempo. Noi sconsigliamo di utilizzare questo metodo perché aumenta sensibilmente il rischio di sbagliare durante la digitazione del codice. Se volete comunque testare, la sintassi è la seguente:

public class HelloWorld {
public static void main(String args[]) {
  System.out.printf("%sHello World!");
  System.out.printf("%sCiao JAVA");
}
}

Non c’è nessuna differenza a livello di output. Infatti usando uno qualsiasi dei tre metodi si otterrà lo stesso identico risultato, ossia la stampa delle due stringhe inserite tra le virgolette. La scelta sta a noi sulla struttura del nostro codice sorgente.

Struttura di un codice Java

Concludiamo questo articolo andando a spiegare la sintassi che abbiamo utilizzato nel nostro primo programma, ovvero Hello World. A livello strutturale, diciamo che ci sono delle regole base da rispettare per far sì che il codice non generi errori. Prima di tutto il nome della classe. Come già spiegato anche nello scorso articolo, il nome del file .java e quello della classe all’interno del codice devono coincidere perfettamente.

Parliamo ora della punteggiatura. Ogni qualvolta si crea una classe, bisogna inserire immediatamente le due parentesi graffe di apertura e chiusura, all’interno delle quali si andranno a definire le variabili e i diversi metodi, di cui parleremo in articoli dedicati. Inoltre al termine di ogni istruzione è obbligatorio inserire il “;”, altrimenti il software restituirà un errore. Questi sono accorgimenti che vengono fatti sicuramente notare in Eclipse ma non si avesse la possibilità di usare un programma che corregge gli errori, bisogna essere in grado di sopperire a questa mancanza.

Nella terza parte andremo ancora più a fondo, introducendo le variabili ed eventuali operazioni che si possono svolgere.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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