Ghostwire: Tokyo | Recensione della versione PC

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 15 Apr 2022 ALLE 18:08 - AGGIORNATO IL 15 Aprile 2022 ALLE 18:10 #bethesda

Ghostwire: Tokyo è l’ultima fatica sviluppata da Tango Gameworks e partorita dalla mente di Shinji Mikami, che ci catapulta direttamente all’interno di una Tokyo moderna, dove prendono vita le più terrificanti leggende metropolitane basate sul folklore giapponese.

Rilasciato lo scorso 25 Marzo 2022, Ghostwire: Tokyo è il primo tentativo dello studio di proporre un titolo action open-world, a differenza della serie The Evil Within che invece propone uno stampo prettamente survival horror. Nonostante un cambio di rotta molto netto, Tango Gameworks riesce nell’intento di proporre un titolo godibile e che sa intrattenere il giocatore fino alla fine.

Trama

La storia si svolge nel distretto di Shibuya, dove avviene un incidente stradale in cui rimane coinvolto il protagonista Akito. La popolazione del posto, piuttosto allarmata, si avvicina al corpo del ragazzo che sembra non dare alcun segno di vita. Al suo risveglio, Akito cerca di chiedere spiegazioni sull’accaduto ma la gente fugge in preda al panico da quella che sembra un’entità demoniaca che ha preso possesso del povero ragazzo. Si tratta dello spirito di KK, un cacciatore di anime che aiuterà Akito durante il corso dell’avventura a portare tutto alla normalità.

ghostwire tokyo akito

A un certo punto la città si tinge di una fitta nebbia e di un silenzio davvero assordante, mentre tutte le anime delle persone vengono incapsulate all’interno di particolari contenitori che improvvisamente spariscono nel vuoto. Rimane solamente Akito, che ancora si sta chiedendo cosa stia succedendo, mentre delle voci dentro la sua testa gli intimano di proteggersi. Ecco quindi che appare su uno degli schermi della città uno strano individuo con una maschera Hannya del teatro Noh, colui che ordina a degli strani spettri, che vagano per la città e che ricordano molto la figura dello Slender Man, di continuare a imprigionare le anime delle persone. La città diventa quindi una sorta di teatro degli orrori, dove noi siamo uno dei protagonisti.

A rompere il silenzio della città ci saranno le linee di dialogo tra Akito e KK, che cercherà di spiegare al giocatore i fondamentali del gameplay e come sfruttare a pieno le abilità di cui disponiamo. La trama non è particolarmente elaborata ma già dai primi filmati riesce a coinvolgerci immergendoci immediatamente in una città diventata ormai completamente deserta.

Gameplay

Una volta concluso il video introduttivo, ecco che ci troviamo immediatamente a sfoderare le nostre abilità in una serie di tutorial. La prima che ci viene mostrata è l’attacco spirituale, eseguibile tramite la pressione del tasto sinistro del mouse e che sparerà un dardo energetico verso in nemici con l’intento di indebolirli. Non è però un attacco che può essere usato a ripetizione, in quanto andrà a esaurire una barra, piuttosto limitata, che però potrà essere ricaricata sia distruggendo dei particolari cristalli sparsi nella mappa che utilizzando il lazo energetico, che servirà per dare il colpo di grazia ai nemici.

ghostwire tokyo anteprima

Come già detto, Ghostwire: Tokyo è un open world classico, per cui sarà possibile esplorare liberamente la mappa per svolgere le diverse mansioni che troveremo indicate sulla mappa. Inizialmente la nebbia non ci fornirà tanta scelta sui percorsi da prendere ma andando avanti con l’avventura sarà possibile sbloccare nuovi percorsi purificando gli archi Torii uccidendo i nemici che lo circondano. Lo scopo principale di Akito sarà quello di purificare le anime di Shibuya, utilizzando il cosiddetto Katashiro. Una volta raccolte abbastanza anime, sarà nostra cura tenerle al sicuro dirigendosi presso le diverse cabine telefoniche che troveremo durante l’esplorazione. Per raccogliere informazioni su ciò che sta succedendo, bisognerà instaurare il dialogo con le uniche presenze viventi rimaste, ossia gli animali che prendono le sembianze di Yokai.

ghostwire tokyo mappa

Le abilità di Akito si basano su tre elementi principali: Vento, Acqua e Fuoco. Ognuno di essi però non tende a prevaricare, in quanto è richiesto al giocatore di elaborare una strategia al fine di sfruttarli nel miglior modo possibile, in quanto determinati nemici richiederanno abilità specifiche per poter essere sconfitti. Come un buon open world che si rispetti, sono presenti numerosi punti in cui è possibile acquistare svariati strumenti che possono tornare utili durante gli scontri e in più potremo potenziare le abilità di Akito tramite un apposito menù molto intuitivo, che sfrutta uno schema piuttosto lineare. Oltre alle abilità nude e crude, è possibile anche sfruttare gli attacchi corpo a corpo per poter allontanare i nemici o prediligere un approccio stealth per poter uccidere avversari alle spalle in un solo colpo. Potremo inoltre ricevere dei particolari talismani spirituali che permetteranno ad Akito di attivare effetti particolari contro i nemici e indebolirli più facilmente.

Nonostante il gioco contenga elementi che riprendono da esponenti del genere ben più ambiziosi, Ghostwire: Tokyo riesce a impegnare il tempo del giocatore grazie a numerose attività secondarie, oltre a diversi collezionabili che richiederanno di esplorare a fondo ogni singola via della città per poterli conquistare tutti. Dopo alcune ore però si potrebbe avvertire una certa ripetitività e ridondanza nelle missioni da eseguire, trasformandosi in una semplice lista da spuntare. Inoltre, per quanto l’ambientazione offra degli scorci interessanti sulla città, che avrebbe potuto nascondere segreti interessanti da scoprire, l’interazione con il mondo di gioco è limitata essenzialmente dai collezionabili e dagli oggetti utili per il personaggio, al massimo da qualche missione secondaria che comunque riprende lo scopo della trama principale.

ghostwire tokyo abilita

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, purtroppo i nemici non sembrano mostrare particolare aggressività durante i combattimenti, specialmente a difficoltà Normale. Sicuramente aumentando la difficoltà si avrà una sfida nettamente più coinvolgente, data dalla scarsità delle “munizioni” e nemici più potenti. Fortunatamente il design dei nemici è azzeccatissimo, in quanto riprende da vicino i mostri e i demoni tipici delle leggende urbane giapponesi, trovandosi catapultati in un mondo completamente soprannaturale dove prendono vita le nostre paure più profonde. Oltre ai classici Yokai, possiamo trovare creature come i Kuchisake-Onna, gli Amewarashi, la Hachishakusama e lo Shiromuku.

Per completare la campagna principale, Ghostwire: Tokyo non richiederà più di 15 ore, che ovviamente aumenteranno se si sceglie di conquistare tutti i collezionabili presenti nel gioco, puntando al 100%.

Grafica e prestazioni su PC

Avendo testato la versione per PC, non possiamo che analizzare la vasta gamma di impostazioni con cui è possibile configurare il titolo affinché possa girare in maniera fluida su qualunque configurazione. Inoltre il supporto per l’AMD FSR 1.0 permette di migliorare ulteriormente le performance mantenendo comunque un elevato standard qualitativo. Per quanto riguarda la grafica, Ghostwire: Tokyo offre delle ambientazioni davvero ricche di dettagli, immergendo il giocatore all’interno di una Tokyo cupa e infestata da spiriti maligni. La rappresentazione della città è piuttosto fedele, piena di vicoli e strade che evidenziano le classiche vie interne della metropoli.

Dopo aver fatto una disamina sulle caratteristiche del titolo, è doveroso parlare anche delle prestazioni su PC e di come si comporta il titolo secondo varie impostazioni. Premettiamo che abbiamo testato il titolo con una configurazione abbastanza datata (NVIDIA MX250 e Intel i7-8565U) ma questo ci ha dato modo anche di testare accuratamente l’ottimizzazione del gioco su PC di fascia molto bassa (nel nostro caso un notebook).

Come potete notare dal video, il framerate oscilla tra i 20 e i 40 frame per secondo, utilizzando una risoluzione di 1920 x 1080 con dettagli medi e FSR 1.0 attivo in modalità Performance. Il risultato è più che soddisfacente, considerando come già detto una configurazione di partenza non all’ultimo grido. E’ chiaro che abbiamo voluto provare il gioco in FullHD per massimizzare al meglio l’effetto visivo finale, ma andando a smanettare un po’ con le diverse impostazioni grafiche sicuramente si possono ottenere performance più soddisfacenti.

Pros
  • Shibuya è uno spettacolo per gli occhi...
  • Numerose missioni secondarie...
  • Design dei nemici ispirato alle leggende del folklore giapponese...
  • Framerate elevato anche su configurazioni datate...
  • Gameplay divertente ed equilibrato
Cons
  • ...ma la poca interattività la rende piuttosto statica
  • ...alla lunga però ripetitive e ridondanti
  • ...la cui intelligenza artificiale lascia un po' a desiderare
  • ...anche se in alcuni momenti risulta leggermente ballerino
Review Overview
Grafica
Gameplay
Audio
Performance
Durata
SUMMARY
3.8

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.