Differenze tra Refresh Rate e Touch Sampling Rate

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 3 Apr 2020 ALLE 16:13 - AGGIORNATO IL 29 Marzo 2020 ALLE 16:06

Durante gli ultimi annunci relativi agli smartphone si sono spesso accomunati i termini refresh rate e touch sampling rate. Ma quali sono le differenze?

Ultimamente abbiamo assistito ad alcuni annunci di smartphone nei quali si metteva in evidenza un aspetto predominante, ossia la frequenza di aggiornamento (refresh rate) dello schermo, abbinata alla frequenza di sampling del touch. E’ il caso, ad esempio, del Nubia Red Magic 5G che propone un display a 144Hz e touch sampling rate di 300Hz. Spesso però vengono erroneamente confusi questi due termini, accorpandoli come sinonimi. In realtà esprimono due caratteristiche completamente differenti. Vediamo quindi quali sono le differenze.

Che cos’è il Refresh Rate?

Il refresh rate, o frequenza di aggiornamento verticale, è un valore misurato in Hertz che indica la frequenza con la quale le immagini vengono aggiornate ogni secondo. Da non confondere con il più noto framerate, che invece rappresenta il numero di fotogrammi che vengono visualizzati a schermo e che molto spesso vediamo indicati con la dicitura FPS (Frame per Second). Se nel primo caso può essere coinvolta anche una stessa immagine, nel secondo vengono indicati solamente i nuovi frame che vengono generati. Inoltre, il refresh rate è un parametro che dipende dal modello di monitor che si possiede mentre il framerate varia a seconda della potenza di calcolo della scheda video, che quindi può generare un valore di FPS più o meno elevato (a seconda ovviamente anche del software in esecuzione).

Nei primi modelli di monitor si aveva una frequenza fissa a 60Hz, che in alcuni casi arrivava anche a 75Hz. Al giorno d’oggi invece possiamo trovare monitor e schermi che possono raggiungere frequenze di 144Hz, con la conseguenza che le immagini a schermo risultano più fluide e nitide proprio perché ogni immagine viene aggiornata con maggiore frequenza. Nei videogiochi però c’era il problema che la frequenza di aggiornamento della scheda video poteva risultano nettamente superiore rispetto a quella dello schermo, generando il cosiddetto effetto tearing che consiste in un taglio dell’immagine dovuto alla contrapposizione di due frame differenti.

Fenomeno di tearing

Ecco che quindi nei videogiochi è sempre presente l’opzione V-Sync (sincronia verticale), che appunto sincronizza la frequenza dello schermo con quella della scheda video. Tant’è che se voi attivate tale opzione non raggiungerete mai un valore di FPS superiore al valore di refresh rate. Una soluzione attuale a questo problema è il Variable Refresh Rate, che come suggerisce il nome permette allo schermo di variare la sua frequenza di aggiornamento in base alle situazioni, ovviamente se lo schermo è compatibile. Tale tecnologia verrà impiegata anche sulle prossime console next-gen, ovvero Xbox Series X e PS5. Il Variable Refresh Rate permette non solo di ottenere lo stesso risultato che si aveva prima con il V-Sync ma, al contrario di quest’ultima, non limita la potenza della scheda video in quanto è lo schermo che si adatta alla frequenza della GPU e non più il contrario.

Su smartphone, il concetto di refresh rate è essenzialmente lo stesso. Si tratta comunque di una frequenza di aggiornamento verticale, che può rendere la navigazione più fluida e reattiva, oltre che migliorare l’esperienza nei giochi più dinamici. Attualmente anche gli smartphone moderni supportano il variable refresh rate, per evitare i problemi che abbiamo descritto poco fa.

Che cos’è il Touch Sampling Rate?

Su smartphone però è presente un’ulteriore variabile da considerare, visto che stiamo parlando di display touch, che si chiama Touch Sampling Rate. Molti tendono a confonderlo con il Refresh Rate, seppur si misuri sempre in Hertz (Hz), ma il concetto è leggermente diverso. Spesso definito come Touch Refresh Rate, questo termine indica semplicemente il numero di volte che lo schermo può percepire un nostro input ogni secondo. In parole più semplici, il Touch Sampling Rate indica la velocità con la quale lo schermo riconosce gli input che gli forniamo. Va da sé quindi che l’input lag sarà inferiore più il valore del TSR sarà alto. In altre parole, un valore maggiore del TSR implica una maggiore velocità di riconoscimento dei vari tap sullo schermo. Ad esempio, se refresh rate e touch sampling rate hanno lo stesso valore di 60Hz, in entrambi i casi il tempo di risposta tra un ciclo e un altro corrisponde a 16.6ms, che viene dimezzato nel caso dei 120Hz.

Cosa significa però se il touch sampling rate ha un valore molto più alto rispetto al refresh rate? Consideriamo proprio l’esempio del Nubia Red Magic, menzionato ad inizio articolo, dove abbiamo un refresh rate (frequenza di aggiornamento del display) a 144Hz e un touch sampling rate (frequenza di aggiornamento al tocco) di 300Hz. Ora che sapete la differenza tra le varie terminologie, potete chiaramente intuire che in questo caso lo smartphone avrà una reattività maggiore rispetto al caso di valori identici, in quanto i nostri input verranno letti più velocemente e quindi le immagini potranno essere elaborate prima rispetto a quanto possa fare lo schermo. Questo è sicuramente interessante, in quanto può aumentare la fluidità nei giochi senza ricorrere ad un upgrade hardware.

Di smartphone con un elevato refreshrate e touch sampling rate ne sono stati presentati due attualmente, ovvero il Nubia Red Magic 5G e il Black Shark 3. Si tratta di prodotti che molto probabilmente sono destinati al gaming, come lo è stato il ROG Phone 2. Anche altri brand più noti, come Samsung, Xiaomi e Huawei, stanno iniziano a proporre smartphone ad elevato refresh rate, sintomo che questi parametri iniziano ad essere fondamentali per determinate la qualità di un prodotto.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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