Living With Yourself S01: recensione della comedy drama con Paul Rudd

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 14 Nov 2019 ALLE 15:00 - AGGIORNATO IL 27 Febbraio 2020 ALLE 11:04

Living With Yourself è una serie TV targata Netflix di 8 episodi, rilasciata il 18 Ottobre 2019.

La storia narra di Miles Elliot, interpretato da Paul Rudd (Ant-Man) che si ritrova scontento della sua vita. Così decide di sottoporsi, sotto consiglio di un suo collega, ad un esperimento piuttosto particolare, che si svolge in quello che sembrerebbe un normalissimo centro benessere. Al termine del trattamento, Miles sembra essere completamente rinato, felice e pieno di vitalità. Successivamente però si viene a scoprire un dettaglio piuttosto terrificante, ossia che l’esperimento consiste nella clonazione delle persone, creando quindi un essere identico in tutto e per tutto all’originale ma in una sua versione migliore. E l’originale che fine fa? Viene sotterrato. Inquietante, vero? Purtroppo però il vero Miles Elliot si risveglia e quindi assiste al possesso della sua vita da parte del clone. E’ da qui che inizia quindi l’avventura di Miles e della sua esatta copia, che cercano in ogni modo di venire a capo di una situazione decisamente surreale.

Miles e la migliore copia di se stesso

living with yourself clone

Come viene spesso ribadito anche nella serie stessa, ciò che viene creato è la migliore versione di se stessi. Quanti desidererebbero un’esatta copia di se stessi ma completamente migliore in tutto e per tutto? Immagino tantissimi. Miles Elliot è un impiegato di un’azienda che non riesce ad ottenere successo. Inoltre è disperato anche per via del fatto che, nonostante i vari tentativi, non riesca ad avere dei figli con sua moglie Kate Elliot.

Quando quindi si ritrova faccia a faccia con il suo clone all’interno della sua casa, si rende conto di come il nuovo Miles si stia pian piano impossessando della sua vita. Essendo un clone in tutto e per tutto, il nuovo Miles condivide anche tutti i ricordi del Miles originale, per cui è in grado di sostituire il vecchio Miles senza destare alcun sospetto. Il problema giunge proprio quando i due Miles si ritrovano ad affrontare una moglie ignara della situazione e a sopravvivere con questa doppia identità. Spesso si ritrovano a nascondersi l’uno dall’altro, per paura che Kate possa scoprire la tragica verità sulla vita di Miles.

Il nuovo Miles riesce a risolvere molti dei problemi che affliggevano la precedente vita di Miles, specialmente in ambito lavorativo. Questa sua migliore versione però arriva a tal punto da iniziare ad escludere completamente il vecchio Miles dalla sua vita, arrivando addirittura a pensare di ucciderlo. E’ da qui che nasce la comicità ma anche la drammaticità di Living With Yourself. Stare letteralmente a quattrocchi con se stessi è un’esperienza che Miles Elliot vive in prima persona, tra battute tutto sommati simpatiche alternate a momenti riflessivi che fanno capire quanto sia importante vivere la propria vita così com’è, senza cercare stratagemmi o escamotage per renderla migliore. Siamo noi gli artefici delle nostre scelte e quindi siamo noi che decidiamo il destino della nostra vita. E’ quello che cerca di capire Miles Elliot, quando si accorge che la nuova versione di se stesso in realtà è sempre lui, in tutto e per tutto.

Un Paul Rudd convincente

living with yourself cloni 2

Paul Rudd ci porta all’interno della vita di Miles Elliot, insoddisfatto di come la sua esistenza stia proseguendo. E’ interessante vedere come i due Miles sembrino, almeno inizialmente, due persone completamente differenti. Da una parte abbiamo l’originale Miles Elliot, un po’ trasandato, con i capelli sfatti e un abbigliamento molto casual mentre dall’altro lato c’è la nuova versione di Miles, con abiti eleganti, capelli ben sistemati e un carattere sicuramente più vitale ed energico. Paul Rudd riesce nell’impresa di interpretare due versioni agli antipodi della stessa persona, che vivono entrambi la stessa vita, con gli stessi ricordi e le stesse emozioni. Eppure però il nuovo Miles sembra vivere per la prima volta tutto questo, per quanto ricordi ogni singolo momento antecedente alla sua creazione. Per questo ogni istante passato con Kate è come se accadesse per la prima volta. Persino Kate stessa sembra vedere nel nuovo Miles una nuova persona, seppur con l’aspetto di suo marito. Poco dopo però si renderà conto di come questa nuova veste sia in realtà troppo perfetta, senza mai un difetto, ai limiti dell’eccesso.

L’interpretazione di Paul Rudd è veramente ottima. Considerando il fatto che abbia dovuto recitare senza un’effettiva persona davanti, è riuscito nell’impresa di dare agli spettatori la sensazione che ci fossero realmente due Miles Elliot che cercano di riprendersi la loro vita.

Se però la storia risulta comunque originale e ricca di potenzialità, la serie in sé per sé sembra che manchi di qualche elemento che possa renderla più coinvolgente. Risulta comunque scorrevole e leggera, visto che comunque ogni episodio dura al massimo mezz’ora. Il finale lascia spazio ad un possibile seguito, che potrebbe mettere la parola fine alla vita perfetta del nuovo Miles Elliot e ritornare definitivamente il Miles di sempre.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.