IT Capitolo Due: recensione di un sequel discreto

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 13 Set 2019 ALLE 12:07 - AGGIORNATO IL 13 Settembre 2019 ALLE 12:08

IT Capitolo Due è il seguito del remake rilasciato nel 2017. Se dal lato tecnico continua a convincere, su quello narrativo ci sono molte pecche. Vi spieghiamo perché.

Sono passati ben 26 anni da quando la miniserie IT, basata sull’omonimo romanzo di Stephen King, è arrivata in Italia. Ai tempi venne considerato un vero e proprio capolavoro dell’horror, grazie anche alla magistrale interpretazione di un più giovane Tim Curry. La storia racconta di un gruppo di ragazzi, soprannominatosi La Banda dei Perdenti, provenienti dalla cittadina di Derry nel Maine che dovranno fare i conti con Pennywise, il pagliaccio assassino che uccide i bambini. Pennywise, o IT che dir si voglia, non è un clown come gli altri ma ha la capacità di assumere la forma delle nostre paure più grandi, ingannandoci a tal punto da farci credere persino di essere di fronte ad una persona come le altre. La miniserie originale, suddivisa in due episodi da circa un’ora e mezza, racconta la storia sia dal punto di vista dei protagonisti quando ancora sono bambini che quando sono ormai diventati adulti, 27 anni dopo. Riguardandolo oggi si sente molto il peso degli anni, però rimane comunque un cult degli horror anni ’90.

Nel 2017 il regista Andy Muschietti decide di riportare al cinema la storia di IT, proponendola sotto una veste più moderna, cercando sempre di mantenere lo spirito originale dell’opera. Il primo capitolo, rinominato semplicemente IT Capitolo Uno, ripercorre la sola storia dal punto di vista dei bambini, tramite una regia veramente ottima e una narrazione scorrevole. Per ulteriori dettagli, vi invitiamo a leggere la nostra recensione.

Due anni dopo, precisamente il 5 Settembre 2019, esce al cinema IT Capitolo Due, capitolo conclusivo della storia, in cui i ragazzi sono adulti e si riuniscono nuovamente per sconfiggere definitivamente Pennywise, dopo aver fatto una promessa da ragazzi. Avevamo grandi aspettative per questo seguito, sperando venisse data una degna conclusione alla storia. Purtroppo ci siamo dovuti ricredere, per via di una narrazione non proprio perfetta ed espedienti horror tipici dei più comuni cliché.

NOTA: la recensione può contenere SPOILER.

Il ritorno a Derry

it capitolo due banda

Come nell’opera originale, anche in questo caso ritroviamo il protagonista Mike, rimasto a vivere a Derry, che scopre che Pennywise è nuovamente tornato nella cittadina, pronto a terminare la sua sete di sangue che gli è stata impedita 27 anni prima. Inizia così una reunion della Banda dei Perdenti, ossia di Bill, Mike, Eddie, Richie, Stan (che si ucciderà ancor prima di riunirsi insieme ai suoi amici), Beverly e Ben. Purtroppo nessuno di loro sembra ricordare molto di quell’estate, per quanto spaventosa e terribile fosse stata. L’unico in grado di far nuovamente chiarezza sui ricordi è Mike, rimasto a Derry fino a quel momento. Da qui parte quindi la missione di recuperare i ricordi su Pennywise, affrontando le paure che da piccoli sembravano ancora più insormontabili e cercando poi un punto debole per poterlo sconfiggere, per poi bruciarli in una specie di antico vaso come rito spirituale.

Rispetto all’opera del 1993, questo secondo capitolo offre una regia più studiata, con un’atmosfera horrorifica che ricalca maggiormente quella dell’opera letteraria, accentuandone in certi casi gli aspetti più terrificanti. Purtroppo se la regia riesce a donare alla pellicola una sensazione di ansia e tensione, dall’altra ci sono i continui jumpscare, spesso prevedibili e in alcuni casi forzati, quasi a voler indurre obbligatoriamente nello spettatore un senso di terrore. Fortunatamente il film non si regge interamente su questo espediente, regalando alcune scene molto emozionanti e da brivido.

Punto forte del film è sicuramente il cast, che riesce ad interpretare in maniera eccellente una delle storie più celebri di Stephen King. Troviamo James McAvoy nei panni di Bill, Jessica Chastain come Beverly, Jay Ryan come Ben, Bill Hader come Richie, Isaiah Mustafa nel ruolo di Mike, James Ransone come Eddie e Andy Bean come Stan. Ognuno di loro è in grado di mostrare con grande espressività la paura e il dolore nell’affrontare nuovamente Pennywise, abbandonando immediatamente l’idea che si tratti di una pellicola cinematografica.

Il flashback come fil rouge

it capitolo 2 bambini

I due episodi della serie originale erano strettamente legati uno all’altro, quasi a comporre un unico film di quasi 3 ore. E’ proprio questa una delle caratteristiche che viene modificata in questo secondo capitolo. La scelta di dividere le due storie in pellicole separate può essere sensata, ma solamente se viene trovate un modo per poter collegare le due vicende, facendo capire che si trattano degli stessi personaggi. Effettivamente Andy Muschietti inserisce in IT Capitolo Due diversi flashback che mostrano, ad esempio, la promessa fatta da ragazzi oppure scene che nel primo capitolo non vengono mostrate ma che coprono tasselli della trama più o meno fondamentali, come il rapporto tra Beverly e Ben o l’effettivo incontro tra Pennywise e la Banda dei Perdenti nella sua forma di pagliaccio. Ricordiamo infatti che in IT Capitolo Uno, IT si mostra ai ragazzi assumendo la forma delle loro paure, per poi presentarsi verso la fine come il pagliaccio assassino. Nel secondo capitolo scopriamo di più sul rapporto d’amicizia che si è creato ai tempi e dell’unione che li ha poi aiutati a sconfiggere Pennywise la prima volta.

I flashback vengono sapientemente inseriti in maniera tale che la transizione da passato a presente possa in qualche modo approfondire alcuni aspetti psicologici dei protagonisti, creando un collegamento piuttosto scorrevole tra i due film. Purtroppo la durata di quasi 3 ore per la sola seconda parte si fa sentire. Il film inizia a prendere piede solamente dopo 45 minuti, allungando troppo il brodo con dialoghi e scene che era meglio evitare e racchiudere in pochi minuti. Anche durante i momenti più concitati si tende a non vedere mai una fine, specialmente nel finale, piuttosto discutibile.

Un Pennywise meno terrificante

it capitolo due pennywise

Se il Pennywise del primo capitolo ci ha fatto sobbalzare dalla sedia in determinate scene, quello del secondo film appare meno convincente, pur apprezzando l’ottima interpretazione di Bill Skarsgard. La figura di IT bisogna immaginarla come quella di un clown capace di prendere aspetto delle paure più grandi dell’uomo, mettendolo in condizioni di disagio e sofferenza. Qui si gioca tutto invece su continui momenti di leggera tensione, che altro non fanno che tentare di far provare un leggero brivido nello spettatore, nulla di più. Anche se in scene specifiche ritroviamo l’IT spaventoso e terrificante che speravamo di vedere, sono più i momenti nela quale PennyWise sembra quasi giocare con i protagonisti, senza effettivamente mettergli paura.

it capitolo due clown

Eccellente invece è la rappresentazione di IT nel finale, nella sua forma di ragno. Questo è forse uno dei pochissimi casi in cui PennyWise fa effettivamente paura, con le sue dimensioni mastodontiche e le sue zampe forti come artigli. Però anche in questo caso PennyWise si mostra più debole di quello che effettivamente sembra, tant’è che viene sconfitto dall’immaginazione della Banda dei Perdenti. Non essendo reale infatti, IT può essere tramutato anche nell’essere più insignificante del mondo, se lo si inizia a pensare che lo sia. Ci saremmo aspettati sicuramente un finale un po’ meno immediato, con un pizzico di azione in più che avrebbe dato una fine decisamente più decorosa ad un secondo capitolo che convince sotto pochissimi aspetti.

In conclusione, IT Capitolo Due è la conclusione della storia che forse non tutti ci aspettavamo ma che comunque ha riportato in auge uno dei capisaldi di Stephen King, che tra l’altro ritroviamo nel film sotto forma di cameo.

Voi cosa ne pensate di IT Capitolo Due? Fatecelo sapere nei commenti.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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