Come vendere la droga online (in fretta): recensione della seconda stagione

Dal 21 luglio 2020 è disponibile su Netflix la seconda stagione di Come vedere droga online (in fretta), che prosegue le vicende relative alla storia del diciottenne Maximilian S., diventato famoso per aver avviato un’attività online dedicata al commercio di droga.

Dopo una prima stagione molto interessante, che ha dato il via alla storia di Moritz Zimmermann e del suo sito web MyDrugs, Come vendere droga online (in fretta) sembra aver perso quel minimo di fascino che inizialmente la contraddistingueva. Facciamo un breve riepilogo delle puntate precedenti. Tutto inizia quando Moritz Zimmermann, classico studente modello del college, decide insieme al suo amico Lenny Sander di aprire un commercio di droga online. Esperti di programmazione, i due iniziano a darsi subito da fare, creando la rete di pagamenti basata su Bitcoin, la criptovaluta più utilizzata per operazioni nel Dark Web, e il sito web con cui gli utenti effettueranno i loro acquisti. In pochi mesi il sito riceve un successo clamoroso, proclamandosi come uno dei punti di riferimento mondiali per la droga e lo scambio di essa. Ad aggiungersi al gruppo ci sarà anche Dan, il classico belloccio con i genitori ricchi ma che non gli danno poca considerazione.

Quello che sembrava l’incipit di una storia particolarmente avvincente, molto drammatica e con toni decisamente più seri rispetto alle classiche teen drama, si è rivelata successivamente una profonda delusione. Se la prima stagione è riuscita a coinvolgerci particolarmente, facendoci restare incollati allo schermo grazie ad uno scorrere degli eventi molto fluido e che invogliava a guardare l’episodio successivo, la seconda stagione di Come vendere droga online (in fretta) si trascina molto a fatica, mancando di quella forza e determinazione che nella prima stagione la facevano da padroni. Questa seconda parte inizia con i nostri tre protagonisti intenti a godersi il successo del loro business e con l’intenzione di abbandonare per sempre il mondo della droga, cercando di vivere al meglio con i guadagni fatti fino a quel momento. Purtroppo la scelta di mollare tutto verrà intralciata da loschi figuri, interessati al business, che pretendono che il commercio vada avanti e che generi ancora più soldi. Qui iniziamo subito a vedere la trasformazione di Moritz, che da grande innovatore come era diventa un personaggio davvero insopportabile, al limite dell’antipatia. Se prima l’amicizia per Lenny e l’amore per la sua ragazza Lisa cercavano di mantenerlo su dei binari ben definiti, ora sembra essere accecato dal troppo successo, trascurando le persone a lui più care. Per lui è stato davvero impegnativo tenere separati il lavoro dalla vita privata, tant’è che per un momento ha rischiato di perdere entrambi, cercando di riacquistare la fiducia dei suoi amici e abbandonando il suo amore per non rischiare di coinvolgerlo in una situazione ormai diventata critica.

La seconda stagione di Come vendere la droga online (in fretta) parte in maniera molto noiosa, raccontando poco o nulla della storia di uno dei trafficanti di droga più giovane della storia. Successivamente scopriamo poi che in realtà i 6 episodi che compongono la seconda parte in realtà rappresentano un lungo flashback, in quanto a fare da narratore è lo stesso Moritz durante un’intervista ad una televisione locale, prima che venga scortato in carcere dalla polizia, dove dovrà scontare ben 7 anni di prigione. La prima stagione è stata davvero ottima, dove Moritz acquistava consapevolezza del suo successo, senza però quell’arroganza e prepotenza che nella seconda stagione sovrastano prepotentemente il buon carattere del protagonista, assuefatto ormai dalla fama e dai soldi. Seppur con parecchia paura per via dell’accordo con diverse società di marketing dai modi piuttosto discutibili, Moritz ha cercato di mostrare sempre molta indifferenza e calma anche nelle situazioni più critiche. Nonostante Moritz inizialmente voglia scegliere di fare un passo indietro da tutto questo, alla fine è il potere del successo a predominare su di lui, tant’è che il finale parla da sè, in quanto lo vediamo ammanettato mentre viene portato in prigione. Un finale ovviamente inevitabile, in quanto tratto da una storia vera, ma a cui si è giunti attraverso una narrazione molto spoglia di approfondimenti e che lascia parecchio amaro in bocca su una vicenda che avrebbe potuto dare molto di più.