I ricercatori di Check Point Software Technologies, il principale fornitore di soluzioni di cybersecurity a livello globale, stanno esaminando attentamente le app di contact tracing.

Dopo un’analisi iniziale, hanno evidenziato una serie di preoccupazioni intorno alle modalità di implementazione di queste app. I ricercatori hanno suddiviso le loro preoccupazioni in quattro punti:

  1. I dispositivi possono essere tracciati. Poiché alcune applicazioni di tracciamento, tra cui l’App italiana Immuni, si affidano al Bluetooth Low Energy (BLE), i dispositivi trasmettono pacchetti handshake che facilitano l’identificazione del contatto attraverso altri dispositivi. Se non implementato correttamente, gli hacker possono tracciare il dispositivo di una persona mettendo in correlazione i dispositivi con i rispettivi pacchetti di identificazione.
  2. I dati personali possono essere compromessi. Naturalmente, le app memorizzano sui dispositivi i login dei contatti, le chiavi di cifratura e altri dati sensibili. I dati sensibili dovrebbero essere criptati e memorizzati nell’applicazione sandbox e non in luoghi condivisi. Perfino all’interno di sandbox, ottenendo i privilegi root o l’accesso fisico al dispositivo, si potrebbero compromettere i dati, soprattutto se vi sono memorizzate informazioni sensibili, come le posizioni GPS.
  3. Intercettazione del traffico di un’app. Gli utenti possono essere soggetti ad attacchi “man-in-the-middle” e all’intercettazione del traffico dell’app se tutte le comunicazioni salvate sul server dell’applicazione non sono adeguatamente criptate.
  4. Possibile circolazione di falsi rapporti sanitari. I ricercatori affermano quanto sia importante che le applicazioni di contact tracing eseguano l’autenticazione nel momento in cui le informazioni vengono inviate ai propri server, come quando un utente pubblica le proprie diagnosi e i registri dei contatti. Senza un’adeguata autorizzazione, infatti, si potrebbero riempire i server con falsi rapporti sanitari, compromettendo l’affidabilità dell’intero sistema.

E’ dunque vero che le app di tracciamento, tra cui la più recente Immuni, sono in grado di identificare i diversi utenti tramite il loro dispositivo. Però è anche vero che tali applicazioni sfruttano delle tecnologie ben implementate che offrono comunque un buon grado di sicurezza. Inoltre è stato confermato, da diversi esperti di programmazione, che Immuni è una tra le app meglio realizzate per quanto riguarda proprio la sicurezza di chi la utilizza.

Il giudizio sulle app di contact tracing non è ancora definitivo, le preoccupazioni ci sono perché è importante che queste app per il tracciamento Covid-19 mantengano un delicato equilibrio tra privacy e sicurezza, in quanto una scarsa implementazione degli standard di sicurezza potrebbe mettere a rischio i dati degli utenti. Bisogna leggere con attenzione le informazioni che dichiarano di raccogliere ma, sebbene il ragionamento sulla privacy sia importante quando si tratta di app legate ai governi, dobbiamo pensare in modo olistico anche alla nostra vita “digitale” e chiederci quali dati, anche ben più personali e sensibili, stiamo già fornendo e quali autorizzazioni abbiamo concesso, in modo più o meno consapevole, alle altre app che abbiamo scaricato sul nostro smartphone e che utilizziamo quotidianamente.

Da una prima analisi sull’app Immuni sembra che i dati raccolti siano effettivamente quelli dichiarati e che quindi la nostra privacy sia garantita. Il server Sogei per la raccolta e stoccaggio (temporaneo) dei dati è protetto in modo solido e quindi dubito che si possano temere manipolazioni o furti di dati da li, anche perché si tratterebbe di informazioni di poco valore per degli hacker. Il rischio maggiore che vedo nell’app italiana è che venga scaricata un’app fake che ovviamente non si limiterebbe a fare quello che dovrebbe fare Immuni ma potrebbe compromettere il nostro smartphone.”

David Gubiani, Regional Director SE EMEA Southern

Ecco un paio di consigli per sapere come rimanere protetti:

  • Scaricare app solo dagli store ufficiali. Installare le applicazioni di tracciamento solo dagli app store ufficiali, in quanto risultano i soli ad essere autorizzati dalle agenzie governative a pubblicare tali applicazioni. Attenzione anche ai link per scaricare l’app che ci arrivano da altri canali, come messaggi o email.
  • Utilizzare soluzioni per la sicurezza mobile. Scaricare e installare una soluzione di sicurezza mobile per la scansione delle applicazioni, al fine di proteggere i dispositivi contro malware e verificare che non siano stati compromessi.

Check Point continuerà ad analizzare le applicazioni per il tracciamento Covid-19 e la loro struttura.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.