Corso SEO #2: la struttura di un articolo

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 8 Ott 2018 ALLE 10:00 - AGGIORNATO IL 24 Aprile 2019 ALLE 13:19

Continuiamo con gli articoli dedicati al nostro corso SEO. Questa volta tratteremo il tema degli articoli, analizzandone la struttura e la loro stesura.

Scrivere articoli per un blog può sembrare inizialmente un’operazione elementare. Basta aprire un nuovo foglio di testo, iniziare a scrivere ed infine pubblicare l’articolo. In realtà la situazione è ben diversa. Non bisogna solamente considerare l’articolo e il suo contenuto ma anche tutti gli elementi che ci sono dietro, la struttura e il suo posizionamento, che rendono quell’articolo profittevole. Lo scopo di un sito web dovrebbe essere quello di attirare un maggior numero di visitatori, aumentandone di conseguenza il guadagno. Ma per aumentare il traffico di un sito non basta scrivere dei buoni articoli, anche se si tratta di un elemento piuttosto importante nel successo di un sito web. Ma è necessario strutturare un articolo seguendo dei criteri logici fondamentali affinché quel contenuto venga valorizzato al meglio. Abbiamo già parlato in precedenza di come ottimizzare il guadagno di un sito web, sfruttando metodi che permettono un guadagno principalmente passivo. Oggi vediamo invece come fare in modo che i nostri articoli si presentino al meglio agli occhi dei nostri visitatori, incrementando le possibilità di essere posizionati più facilmente.

Bisogna comunque mettere in chiaro che i consigli che vi daremo in questo articolo non sono universali e possono dipendere da articolo ad articolo. Infatti bisogna considerare la tipologia di articolo, la nicchia di appartenenza e la competenza in quello specifico ambito. Però se già iniziate a seguire ciò che vi dirò in questo articolo sarete qualche passo avanti.

I sottotitoli

Partiamo dai sottotitoli. Molto spesso quando leggiamo un articolo online notiamo che il testo è suddiviso in paragrafi. Ogni paragrafo è contrassegnato a sua volta da un sottotitolo. Altro non è che un titolo secondario, più specifico rispetto al titolo principale dell’articolo, che permette di suddividere quest’ultimo in tanti piccoli argomenti minori, collegati da un unico comune denominatore. Ad esempio si può notare questa suddivisione nelle guide, dove ogni sottotitolo può rappresentare i singoli passaggi da eseguire oppure una classifica di qualunque tipo.

La scelta di utilizzare i sottotitoli è fondamentale per rendere la lettura chiara e scorrevole. Inoltre è un elemento fondamentale per il posizionamento nei motori di ricerca. Infatti Google considera gli articoli che contengono sottotitoli più interessanti rispetto a quelli che non li hanno e quindi cerca di posizionarli più in alto. Ovviamente i sottoargomenti devono essere tutti collegati all’argomento principale descritto nel titolo, altrimenti diventa solamente un insieme di informazioni slegate tra loro.

I sottotitoli possono anche essere annidati tra loro, ad esempio inserendo un sottotitolo all’interno di un sottotitolo. Facendo sempre un esempio pratico, se un articolo si intitola “Migliori schede video Nvidia e AMD” si possono inserire come sottotitoli i nomi dei singoli modelli e per ogni sottotitolo si può aggiungere un ulteriore sottotitolo che evidenzi eventuali test tecnici eseguiti su tali componenti. La struttura dei sottotitoli è di tipo gerarchico. Infatti abbiamo il titolo, che è l’argomento principale, e poi i vari sottotitoli, che in HTML sono denominati dai tag H1-H6. Se utilizzate un CMS per la stesura degli articoli avrete modo più facilmente di inserire i sottotitoli nel testo.

Immagine principale e nel testo

Spesso si dice che un’immagine parla più delle parole. Non c’è infatti affermazione più vera di questa. In un’immagine si può contenere tanta di quell’informazione da rendere il testo quasi superfluo in certi casi. Vogliamo prendere come esempio l’articolo sul Deep Web. Come potete notare è presente un’immagine abbastanza grande all’interno del testo, che spiega in maniera piuttosto dettagliata i vari livelli del web nascosto. In questo caso l’immagine si capisce benissimo anche senza l’ausilio del testo. Però è normale che non si possa scrivere un articolo fatto solo di immagini. Alla fine dei conti il testo riesce ad essere molto più descrittivo di una semplice foto.

Dunque testo e foto sono due elementi complementari tra loro, nella maggioranza dei casi. Ci possono essere articoli in cui non sia necessario inserire immagini all’interno del testo, magari perché si tratta di un articolo di discussione. In questo caso però è importante comunque inserire l’immagine principale. Quest’ultima è quell’immagine che un utente/visitatore vedere prima ancora di cliccare sul link dell’articolo. Dunque è fondamentale scegliere un’immagine che non solo attiri il visitatore verso l’articolo vero e proprio ma che lo incuriosisca a tal punto da cercare altri vostri articoli inerenti a quello specifico argomento. Altro aspetto fondamentale delle immagini è l’alt text (alternative text). Si tratta di un testo che viene visualizzato dalla pagina web nel momento in cui le immagini non vengono caricate correttamente, vuoi per problemi di connessione o di server. Sta di fatto che l’alt text è importante anche a livello di posizionamento su Google dell’articolo stesso.

Nello scorso articolo relativo alla SEO, riguardante la scelta delle keyword, abbiamo parlato di come assegnare una keyword piuttosto che un’altra ad un articolo ne condizioni il posizionamento nei risultati di ricerca. La stessa cosa vale per le immagini con l’alt text. Ciò vale principalmente per l’immagine principale ma anche per quelle interne all’articolo. Usare un alt text che contenga anche la parola chiave usata per l’articolo aiuta sensibilmente alla crescita del traffico per quell’articolo e, di conseguenza, dell’intero sito web. E’ chiaro dunque come anche un singolo articolo possa influire positivamente sul successo di un sito web. Ovviamente non bisogna concentrarsi solamente su un unico articolo ma magari su un argomento che possa raggruppare un discreto numero di articoli che possano fungere da trampolino di lancio per il successo.

Backlink

Nel paragrafo precedente abbiamo detto di come un’immagine debba spingere l’utente ad interessarsi all’articolo e cercare altri contenuti inerenti nel vostro sito. E’ qui che entra in gioco il cosiddetto backlink. Esistono principalmente due tipi di backlink: interni esterni. 

Per quanto riguarda i backlink interni, si tratta semplicemente di link ad altri articoli del nostro sito all’interno di un solo articolo. Ad esempio se scriviamo un articolo sul montaggio del processore in un PC, potremmo collegarci un articolo che abbiamo già scritto riguardo il funzionamento della CPU e così via. Bisogna fare attenzione sia alla scelta della parola che linkiamo e sia agli articoli che ci colleghiamo. Infatti se iniziamo ad inserire troppi link che non riguardano minimamente l’argomento di cui stiamo trattando in quello specifico articolo, perderemo credibilità o peggio posizioni nei risultati di ricerca. Dunque bisogna usare questo strumento con parsimonia e cognizione di causa, evitando di inserire troppi link. Lo scopo è creare una rete di articoli che sia in comunicazione l’uno con l’altro, evitando di ottenere l’effetto contrario.

Invece i backlink esterni sono dei collegamenti ad articoli o link esterni al sito. Anche in questo caso bisogna prendere le dovute precauzioni del caso. Evitate di inserire backlink esterni che rimandino a sito poco affidabili o comunque vietati dalle norme di Google. Rischiereste di perdere ogni possibilità di monetizzare il sito tramite pubblicità. Esiste inoltre un attributo chiamato follow/nofollow, applicabile a questa tipologia di link, che vi permetterà di decidere se assegnare parte della notorietà del vostro sito al link di destinazione oppure no. Nel caso sia il nostro sito ad essere linkato può essere utile se il sito che ci contiene è molto visitato o famoso. Per inserire l’attributo in HTML, vi basterà aggiungere la stringa rel=”nofollow” all’interno del tag “a href” ma dopo il valore del link inserito tra le virgolette.

Snippet

Lo snippet altro non è che la descrizione dei link che appare nei risultati di ricerca di Google. Come ogni altro elemento, anche lo snippet può seguire delle regole per migliorare il posizionamento dell’articolo, come ad esempio inserire strategicamente la parola chiave usata nell’articolo all’interno della descrizione (chiamata più tecnicamente meta description). Il fatto che lo snippet non deve essere più lungo di 142 caratteri implica che bisogna scegliere una descrizione che catturi immediatamente l’utente, senza troppi giri di parole.

Se non viene inserito alcuno snippet, Google ne estrapolerà uno dal testo. Non sempre questa è la soluzione migliore. Infatti in alcuni casi il risultato non è dei migliori, con una sera di parole che non ha nulla a che fare con l’articolo in sè. Per impostare uno snippet potete usare uno dei plugin dedicati alla SEO più conosciuto, ovvero Yoast SEO.

Con questo si concludono i consigli SEO relativi alla struttura dell’articolo. Ovviamente potete leggere ulteriori richiami negli articoli dedicati all’interfaccia WordPress e alla formattazione del testo.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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