Connessione internet: lo sviluppo dal 56k alla fibra ottica

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 12 Lug 2017 ALLE 09:00 - AGGIORNATO IL 15 Novembre 2018 ALLE 19:14

In Italia lo sviluppo della connessione internet è risultato sempre più indietro rispetto al resto d’Europa. Però bisogna dare credito al fatto che negli ultimi anni la situazione si è ribaltata. L’introduzione di abbonamenti a 1Gbps ha permesso all’Italia di acquisire qualche posizione in più e ritornare sui suoi passi. Certo per parlare di evoluzione ne devono passare di anni, dato che la copertura ancora risulta ancora molto spoglia, per quanto riguarda la fibra ottica. Solamente le grandi città e centri storici possono godere di tale privilegio, se così possiamo definirlo. Ma come si è evoluta con il tempo la connessione internet?

Internet a 56k e 64k

I più anziani di voi ricorderanno sicuramente il suono di un modem analogico, prima di stabilire una connessione internet. Una serie di rumori robotici, per arrivare al suono bianco finale. Da qui era una corsa contro il tempo, dato che prima internet si pagava a consumo. Per connettersi ad internet era necessario inserire manualmente i dati di accesso ad ogni avvio. Il tipo di connessione è chiamato, ancora oggi, Dial-up poichè richiede essenzialmente due computer. Il primo lato client è quello che esegue la richiesta di connessione mentre il secondo lato server offre il servizio di connessione Internet. Le velocità che si possono raggiungere sono 56k per via analogica e 64k per via digitale. Al giorno d’oggi una connessione Dial-up risulta sconveniente per diversi motivi. Innanzitutto i tempi di riposta sono di circa 400ms, anche per aprire una singola pagina web. In più si utilizza la linea telefonica per stabilire la connessione, molto più lenta e performante rispetto ad una linea internet a se stante. Proprio per questo nelle connessioni internet moderne si usufruisce di particolari filtri che separano la linea telefonica da quella ADSL.
I modem a 56k sono diventati ormai dei classici switch da USB a cavo telefonico. La scelta di optare per una linea simile può essere dettata solamente dalla totale mancanza di una connessione internet ADSL nella zona (area in digital divide). Meglio non eseguire uno speedtest di una linea a 56k, potreste rimanere delusi.

Anni 2000: l’arrivo dell’ADSL

Negli anni 2000 arriva l’ADSL, acronimo di Asymmetric Digital Subscriber Line. Questo collegamento viene effettuato tramite un doppino telefonico, ossia un doppio cavo in rame che collega la centrale alle varie abitazioni connesse. La connessione ADSL viene definita a banda larga perchè permette velocità di connessione fino a 24MB/s (espressa in MegaBit!), nominale almeno. Se si va a vedere la velocità effettiva molto spesso non si raggiungono i risultati sperati. Però l’ADSL ha rappresentato un notevole passo avanti per quanto riguarda la connessione internet. Tramite opportuni parametri è possibile verificare la qualità della connessione internet e capire se c’è qualche problema. La tecnologia a 56k è diventata già da parecchi anni obsoleta. L’introduzione dell’ADSL ha portato anche all’invenzione dei protocolli PPPoA e PPPoE. Per chi conosce un pò le basi di internet avrà sicuramente già sentito questi termini. Si tratta di due protocolli di connessione che permettono di trasferire pacchetti di dati secondo un valore definito MTU (Maximum Tranmission Unit), la dimensione massima di un singolo pacchetto che può essere inviato tramite un protocollo.
Esistono varie sottocategorie di ADSL. Abbiamo l’ADSL classica (fino a 10MB/s), l’ADSL2 (fino a 12MB/s) e l’ADSL2+
(fino a 24MB/s). Se volete acquistare un router che supporti la connessione ADSL senza spendere troppo, potete consultare la nostra classifica di router sotto i 50 euro.

Fibra ottica fino ad 1Gbps

Arriviamo ad oggi, dove la fibra ottica sta lentamente soppiantando l’ADSL. L’utilizzo di cavi in rame porta ad una perdita di velocità consistente all’aumentare della distanza dalla centrale. Utilizzando invece dei cavi in fibra ottica, in grado di far propagare la luce al loro interno, è possibile ridurre al minimo tali perdite. Ciò porta anche ad un aumento considerevole della velocità che può essere raggiunta. Attraverso i bandi Infratel, i vari provider stanno cercando di accalappiarsi le zone più redditizie su cui investire per poter aggiornare le infrastrutture ADSL con quelle in fibra ottica. Al momento le città più popolate (Milano, Roma, Torino e Perugia per fare qualche esempio) sono già in possesso di collegamenti in fibra ottica da 30MB/s fino ad 1Gbps. Purtroppo le aree connesse sono ancora molto poche e riguardano soltanto le grandi metropoli. Però il progetto Open Fiber, che permette il cablaggio dei cavi in fibra insieme a quelli dell’energia elettrica, potrebbe portare quell’evoluzione che tutti noi aspettiamo da anni. C’è chi ancora non riesce a permettersi una semplice ADSL e chi invece già si ritrova con un’eccellente connessione a disposizione. Entro 5-6 anni si promette una copertura del 100% in fibra ottica, anche nelle aree bianche a fallimento di mercato. Chissà se tale sogno diventerà un semplice miraggio oppure una speranza per tutti.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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