Quale distribuzione di Linux scegliere?

DiMarco Nisticò

PUBBLICATO IL 27 Mar 2018 ALLE 15:00 - AGGIORNATO IL 15 Novembre 2018 ALLE 19:33

In questa guida andremo a spiegarvi quale distribuzione di Linux scegliere e perchè, motivandone la risposta.

Una distribuzione di Linux, comunemente detta distro, è un sistema operativo basato proprio su Linux. Attualmente esistono differenti versioni di questo sistema, che integrano funzionalità ed applicazioni utili per scopi differenti.

Le distribuzioni di Linux hanno come unico scopo quello di semplificare la configurazione di un sistema Linux. Nei periodi precedenti al rilascio della prima distribuzione di Linux, l’utente doveva conoscere a fondo le basi del linguaggio Unix (su cui si basa Linux) e determinare correttamente i file da installare e le varie librerie necessarie per un corretto funzionamento del sistema operativo. Ogni distribuzione di Linux è stata realizzata da team indipendenti, che non fanno parte del gruppo di sviluppatori originale di Linux.

Le distribuzioni di Linux si differenziano principalmente per la presenza o meno di determinati software (meglio chiamati pacchetti) inseriti nella distro per facilitare l’installazione di alcune componenti del sistema. La particolarità delle distro è la presenza di un’interfaccia grafica, proprio come Windows. Lo scopo è proprio quello di far concorrenza agli altri sistemi operativi. Nonostante Linux sia un sistema operativo più comune nel mercato server, viene utilizzato anche nei normali PC desktop.

La scelta di una distribuzione Linux dipende principalmente sia dai gusti personali che dalla tipologia di programmi che lo sviluppatore ha voluto includere nella sua versione di Linux. Andiamo quindi a scoprire le distro più comuni e le loro caratteristiche principali.

Kali Linux

Distribuzione di Linux: Kali Linux

Kali Linux è una distro di Linux dedicata esclusivamente alla sicurezza informatica ed operazioni di penetration test. E’ utilizzata specialmente da esperti di informatica che vogliono testare la qualità di una rete, eseguendo test di vulnerabilità molto specifici. Anche noi abbiamo parlato di Kali Linux nel dettaglio, spiegando come realizzare una macchina virtuale con Kali Linux.

Tra i software presenti al suo interno, troviamo quelli dedicati al reverse engineering o ad attività forense. Insomma un sistema operativo piuttosto interessante ma abbastanza impegnativo da padroneggiare, vista la potenzialità di questa distribuzione. Ovviamente dovrete avere delle basi di ethical hacking o di cyber security per capire e sapere cosa si vuole fare.

Ubuntu

ubuntu

Ubuntu è certamente una tra le distro di Linux più famose, nonostante la sua primissima versione risalga al 2004. L’aspetto chiave di Ubuntu è senz’altro il supporto hardware. Gli sviluppatori con Ubuntu hanno reso Linux più accessibile a tutti, tramite un’interfaccia semplice ma funzionale. E’ dotato anche di particolari funzioni per permette anche a chi possiede delle disabilità di poter usare Ubuntu senza alcun problema.

Sono presenti numerosi strumenti per l’amministrazione di sistema, per lo svago e per la personalizzazione dell’interfaccia. Inoltre l’ottimizzazione raggiunta dopo ogni release rende Ubuntu un sistema affidabile, efficiente e sicuramente semplice da utilizzare. Tramite l’Ubuntu Software Center potrete accedere a circa 30.000 applicazioni gratuite da poter installare con molta semplicità.

La sicurezza del sistema Linux riduce drasticamente il rischio di essere colpiti da virus, malware o qualsiasi altro software nocivo.

E’ disponibile gratuitamente in tantissime lingue, tra cui l’italiano, e viene aggiornato con una nuova release periodicamente.

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Fedora

fedora

Fedora è dedicato sia per i server che per i computer desktop. Ogni sei mesi viene rilasciato un aggiornamento delle varie release, che includono sia nuovi pacchetti da installare che miglioramenti a quelli già presenti, oltre che la risoluzione di problemi.

Basato su ambiente GNOME, Fedora presenta anche delle varianti, che si differenziano per il tipo di utilizzo. Abbiamo ad esempio Security, con strumenti utili per la sicurezza informatica, Games, con applicazioni dedicate ai videogiochi, oppure Scientific-KDE, con particolare attenzione al calcolo scientifico avanzato.

Fedora si configura come un sistema operativo semplice ed intuitivo, corredato anche di una schermata di navigazione che richiama molto da vicino Microsoft Windows. Viene semplificata anche la gestione dei pacchetti, grazie ad un sistema che in pochi passaggi vi permetterà di aggiungere nuove applicazioni. Tra quelle già presenti al momento dell’installazione troviamo LibreOffice (versione gratuita di Office), GIMP (versione gratuita di Photoshop) e Calligra (versione gratuita di PowerPoint ed Excel).

Sul sito ufficiale potete seguire da vicino il rilascio di ogni release e testare con mano i cambiamenti.

ArchLinux

Arch Linux è una distribuzione di Linux un po’ meno elaborata rispetto alle altre. Sacrificando l’interfaccia grafica e l’ambiente desktop, si è reso Arch Linux un sistema operativo veramente leggero, semplice ed ottimizzato sia per architettura x86 che x64.

Tutti i comandi che vogliamo eseguire bisognerà inserirli nell’apposito terminale, un po’ come in MS-DOS. Per l’aggiornamento o l’installazione dei pacchetti, si utilizza il comando pacman (l’equivalente di apt-get su Debian). Una funzione interessante è l’Arch Build System (ABS). Grazie ad essa è possibile generare dei pacchetti a partire da qualsiasi codice sorgente. Tramite il comando abs verrà generato un file .PKGBUILD contenente le informazioni sul pacchetto e compilare il tutto con makepkg. Molti potrebbero trovarla un’operazione piuttosto macchinosa, ma una volta presa l’abitudine non ci vorrà molto.

Anche Arch Linux è stato utilizzato per creare numerose varianti, come Arch Linux ARM, per architetture ARM, Black Arch, dedicata al penetration testing, oppure ArkOS, per l’hosting di server e siti web.

Debian

debian

Debian è la seconda distribuzione di Linux più longeva dopo Slackware. La prima release stabile fu rilasciata nel 1996, dopo 3 anni di annunci e perfezionamento del codice sorgente. L’ultima versione ad oggi rilasciata è la 9.3 Stretch del 19 Dicembre 2017.

Ciò per cui Debian è conosciuta riguarda la gestione dei pacchetti, affidata all’Advanced Packaging Tool. Questo sistema permette non solo di aggiornare ed installare un nuovo pacchetto tramite appositi comandi da terminale (apt-get e aptitude) ma anche di aggiornare un software in esecuzione sul sistema. E’ possibile anche importare anche pacchetti da altre versioni di Debian, rendendo il sistema operativo una macchina ibrida.

E’ presente sia un’interfaccia grafica che il classico terminale dal quale eseguire i vari comandi. Se siete già un minimo esperti di Linux e volete una distribuzione che sia accuratamente testata, affidabile e priva di problemi, allora puntate su Debian.

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PCLinuxOS

Passiamo ora ad una distribuzione di linux dedicata a chi non ha mai messo le mani su un sistema Linux. PCLinuxOS offre all’utente la possibilità di prendere pratica con un sistema Linux, grazie ad un ambiente desktop intuitivo e semplice da utilizzare. Un menù molto simile allo Start di Windows facilita la transizione da Windows a Linux.

L’installazione di pacchetti è affidata al comando apt-rpm, sfruttando un sistema molto simile a quanto già visto su Debian. Di default sono presenti gruppi di applicazioni dedicate all’utenza desktop, come suite per l’ufficio, player multimediali e strumenti per la navigazione web. Per garantire un utilizzo immediato del sistema senza troppo impegno, PCLinuxOS integra alcuni software utili per aumentare la compatibilità con determinati tipi di file.

PCLinuxOS è il punto di partenza per coloro che vogliono avvicinarsi ad un sistema Linux per la prima volta, ma sono disponibili anche applicazioni per chi è già navigato con i vari comandi. Purtroppo l’installazione del sistema è solamente in inglese, ma sarà poi possibile installare il pacchetto per la traduzione in italiano.

Slackware

slackware

Concludiamo con la distribuzione di Linux più longeva di sempre, ovvero Slackware. La prima versione venne rilasciata nel lontano 1993.

Il concetto di Slackware si basa sulla semplicità, eliminando tutti quegli elementi che possono appesantire inutilmente il sistema, come l’interfaccia grafica. Altro punto su cui si concentra molto Slackware è la gestione dei pacchetti. La particolarità sta nel fatto che che le dipendenze non vengono gestite automaticamente, ma lascia all’utente il compito di controllarle. Da un alto questo favorisce la stabilità e flessibilità del sistema mentre dall’altro obbliga l’utente a fare attenzione prima di installare un qualsiasi pacchetto. I comandi da terminale sono piuttosto intuitivi: installpkg per installare un pacchetto, upgradepkg per aggiornarlo e removepkg per rimuoverlo. I formati supportati sono .tbz, .tgz e .txz. E’ possibile anche creare un pacchetto dal codice sorgente tramite il comando slacktrack.

Slackware supporta le principali architetture esistenti, come ARM, x86 e x64. Si tratta di una distribuzione di Linux che lascia parecchia libertà a chi lo utilizza. Ciò può essere positivo ma anche controproducente se si installano pacchetti di cui non ne si conosce l’entità.

Conclusioni

Parlare di tutte le distribuzioni di Linux in un singolo articolo sarebbe impossibile. Si tratta infatti di oltre 300 distro differenti, basate comunque su Linux. Noi ci siamo limitati a parlare di quelle più utilizzate nel mondo e abbiamo provato a darvi un aiuto per scegliere quella che più si adatta a ciò che cercate.

Per ulteriori informazioni riguardo le numerosissime distribuzioni di Linux finora rilasciate, potete consultare il sito DistroWatch, che le raccoglie in una semplice pagina web. Troverete anche tutti i link al download ed informazioni relative a nuove distribuzioni in sviluppo, con la possibilità di installarle e testarle. L’installazione di una distribuzione di Linux avviene come un classico sistema operativo. Basta masterizzare il file ISO relativo alla distro su un CD/DVD ed avviare l’installazione modificando l’ordine di boot nel BIOS, scegliendo il supporto esterno come primario.

Di Marco Nisticò

Sviluppatore informatico, cerco sempre di stare al passo con i tempi in un mondo ormai circondato dalla tecnologia.

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